giovedì 26 luglio 2012

ARREDARE CON I TESSUTI.

Ecco un altro elemento che, unito a quelli che fino ad oggi vi ho elencato, contribuisce alla resa estetica di una casa fatta bene.
I tessuti sono uno di quegli elementi un pò dimenticati e se vogliamo scontati, per svogliatezza e perchè per avere delle proposte molto interessanti spesso bisogna rivolgersi a rivenditori o produttori specializzati.
Primi tra tutti a richiedere un'attenta selezione del tessuto sono divani, poltrone e sedute imbottite in genere.
Il tessuto che sceglieremo è molto importante e non solo per una questione estetica ma anche pratica e di usura dello stesso. Sostanzialmente un tessuto sottile e dal filato delicato, per quanto bello, è assolutamente da escludere: a furia di sedersi con indumenti più o meno pesanti, con jeans, borchie, basterebbe un attimo per rovinare irrimediabilmente il rivestimento della seduta. E cambiarne una vuol dire cambiarle tutte.
L'usura, la luce e la polvere avranno nel corso degl'anni alterato il colore, il nuovo tessuto seppur uguale al precedente avrà delle differenze visibili accostato all'altro.
Per questo consigliamo sempre tessuti dalla trama più forte e fitta. Come per i tappeti, ci sono filati sintetici e naturali (seppur pochi); questi ultimi offrono sempre lo stesso problema, il lavaggio. I più non consentono un lavaggio casalingo, un alta percentuale di tessuto naturale aumenta il rischio che il rivestimento delle nostre splendide sedie vestite dalla trama damascata tono su tono, si stringa e diventi una tortura riuscire a rimetterlo in struttura. 9 su 10 vanno portati in tintoria e lavati a secco.
Il bello degli imbottiti e dei tessuti è l'estrema personalizzazione che offrono, in ambienti molto neutri, che non hanno goduto di particolari attenzioni nelle scelte e risultano sterili, basterebbero delle sedie imbottite rivestite da tessuti a righe dai toni fluo; dove invece le scelte sono state ben definite, magari un pò classiche, tessuti di lino o velluti sono perfetti.
La scelta del colore o l'unione di più colori poi è tutta a libera scelta del cliente e dell'arredatore, che avrà il compito di tenere conto dei colori esistenti, dello stile della casa e dell'importanza o meno che un elemento necessita. Se abbiamo già un tappeto importante o delle lampade dai colori forti idealmente sarebbe meglio scegliere su cosa focalizzare l'attenzione. Il tappeto può essere accompagnato da un tessuto dai colori neutri e dolci, con magari un disegno o delle righe. Le lampade potrebbero accompagnare il tessuto delle sedie o i cuscini del divano, con lo stesso colore deciso.

Christian Fischbacher; L'Opificio; Ka I.; C. Fischbacher.


lunedì 23 luglio 2012

SU MISURA DI CASA.

E' un argomento che mi sta a cuore. Sono professionalmente cresciuta con un falegname e conosco molto bene il mondo del mobile che nasce da zero.
Un pò come un abito sartoriale, si parte dal tessuto e poi gli si dà la forma, si fanno gli accostamenti di colore, si accorcia la manica, si allarga la gonna... insomma, una personalizzazione infinita.
E lo stesso vale per il mobile.
Badate bene, oggi chiunque sostiene di fare "mobili su misura" tutti millantano di poter fare qualunque cosa. Non è vero. Un conto è prendere un azienda, che ha pronti centinaia di pezzi e chiedere delle modifiche, in altezza, larghezza, profondità, le farà pagare a peso d'oro ma se è una buona azienda, con un nome alle spalle, farà le modifiche richieste, seppur con qualche limite dato da forature impostate e non modificabili, etc.. etc... .
Tutt'altra cosa è invece il mondo vero e reale del su misura artigianale. Il punto di partenza non è MAI quello che esiste di serie bensì è il disegno nato sulla base delle esigenze del cliente, sull'utilità e funzione di un mobile, sull'oggettiva fattibilità costruttiva dello stesso e soprattutto sul fatto che deve stare insieme e durare nel tempo. Il progetto quindi è il primo passo.

Potete chiedere QUASI qualsiasi cosa, quasi perchè ci sono appunto dei limiti dati da ferramenta e forza di gravità di cui bisogna tener conto, per il resto è tutto fattibile: passi di forature librerie tutti diversi, possiamo stabilire insieme se tenere passo 30 cm oppure potremo decidere a che distanza posizionare i ripiani a seconda di cosa dobbiamo metterci, 22 cm, 44 cm.. tutto a nostra scelta.
In cucina perdiamo i vincoli del passo 15. Escluse la basi che fanno da cassa agli elettrodomestici, dove proprio non si può intervenire, tutte le altre possono variare. Se voglio tenere una certa regolarità nei pensili, ad esempio, e non voglio assolutamente concludere con delle fasce di chiusura troppo grandi e antiestetiche, nessun problema, lavorerò con la misura più consona per dividere i pensili. Mi servono pensili larghi 43 e alti altrettanto? Bene. Nessun limite in quel senso. Posso dare la giusta estetica al mobile senza dovermi preoccupare troppo di seguire degli schemi preimpostati.
Potrò scegliere lo spessore del top del mio mobile tv, 3-4-5 cm... nessuna regola fissa. Potrò scegliere lo  spessore delle spalle della mia libreria, dei basamenti, dei cappelli. Potrò inserire dettagli, scegliere le profondità e le larghezze. Potrò avere un armadio per la camera della misura più giusta, senza dovermi limitare a ciò che offre di produzione un'azienda. Dovrò solo lasciarmi consigliare dal professionista. Perchè come forse già vi ho detto: nessun mobile potrà MAI essere perfettamente della misura della parete, anche se in nicchia. Qualsiasi sia la situazione, bisogna considerare lo spazio utile per il montaggio dello stesso. Bisognerà considerare anche i pesi, ad esempio non si fanno mai delle ante scorrevoli da 170 cm alte più di 260 cm. perchè non potrebbero essere supportate dal binario, specialmente se queste sono in vetro, che pesa molto di più.
Il su misura vero e proprio è in grado di offrire una personalizzazione infinita anche per quanto riguarda la scelta dei materiali e delle finiture, un buon falegname non si spaventa di fronte alla richiesta di un campione di anta in rovere sbiancato leggermente rosato...giuro! Nè ha paura di sviscerare con il cliente la scelta di una guida piuttosto che di una cerniera, motivandone le scelte. Non avrà paura neppure di produrre mobili dalle forme insolite, boiserie irregolari, di mettere insieme venature orizzontali e verticali, di cercare una finitura non trovabile in commercio, per cui non reperibile da qualunque azienda. Un buon falegname e un buon arredatore possono realizzare grandi desideri e grandi case.
Il resto lo fate voi.

Disegno di mia progettazione, Cucina in rovere decapato bianco disegnata da me e prodotta da Abita sas.;


mercoledì 18 luglio 2012

CAMERETTE PER BAMBINI la guida.

GUIDA A CURA DI camerette.net
Non so se avete notato, ma fino ad ora tra tutti gli argomenti che ho pubblicato, ne manca uno. La cameretta.
Ok, devo ammetterlo, non è mai stato l'ambiente della casa che preferisco, sebbene consenta diverse variazioni sul tema.
Perchè non è il mio preferito? Perchè molto spesso è un ambiente che viene visto con gli occhi dei genitori e difficilemente con quelli dei legittimi proprietari: i bambini!
E' vero, non si può certo cambiare cameretta ogni anno, ma si può cercare di renderla giusta e adeguata al bambino che ne sarà ospite senza dimenticare che crescerà e che la stessa dovrà essere piacevole e di gusto nel tempo.
Trovare il giusto compromesso tra le richieste dei genitori, i quali in genere valutano la cameretta o in modo estremamente infantile o come fosse la loro camera, e le esigenze dei bambini non è mai facile. Un bambino piccolo fra qualche anno avrà bisogno di uno spazio in cui studiare, per cui bisognerà fare delle scelte che in futuro consentano l'inserimento di questo elemento senza stravolgere la natura della stanza. Se in vece sarà una camera pensata per un adolescente bisognerà valutare un letto un pò più grande e a seconda del suo carattere tutto il resto.
Insomma, sembra facile facile, ma non lo è!
Di questo si occupa nello specifico Camerette x Bambini e Camerette.net, che ogni giorno affronta e risolve i problemi legati alla riuscita di una buona cameretta. Gli stessi che hanno pensato alla guida per aiutarvi nella progettazione della stanza più fantasiosa della casa.
Ma lascio la parola a Matteo, uno degli appartenenti allo staff di Camerette.net, per spiegarvi quello che è il loro obbiettivo con questa guida (che trovate qui pubblicata!).

"Eccoci qui a dare consigli su come pensare la cameretta: noi lo facciamo di mestiere da tre generazioni, il lavoro è diventato una passione. Non vogliamo salire in cattedra: siamo a casa 
vostra e i protagonisti siete voi, solo darvi qualche dritta.
Per progettare si parte dalle misure: sembra banale ma è facile sbagliare o non considerare qualche elemento. Noi prima di produrre ogni cameretta mandiamo un tecnico a casa vostra per verificare che tutto sia preciso al centimetro.
La cosa più importante nel progetto è capire a chi è rivolta la cameretta: c’è il bambino vivace che vuole spazio per giocare, la ragazza che desidera una cabina armadio per tutti i suoi vestiti o il ragazzo che, sognando di fare l’architetto, avrà bisogno di una scrivania grande. E’ qui che l’arredatore si deve lasciar guidare dal cliente: solo la mamma o il papà conoscono così bene i propri bambini. 
Nella nostra infografica abbiamo volutamente tralasciato invece i colori della cameretta. Meglio far parlare le immagini: sul nostro sitowww.camerette.net
 trovate oltre 800 foto e sul web potete vederne migliaia. Raccomandiamo solo di non fare una camera troppo da piccoli ma di pensare ad accostamenti che non stanchino nel tempo e si adattino anche ai ragazzi."

Detto questo, io, consiglio di fare scelte neutre, molto spesso se si hanno due figli questi dovranno condividere lo spazio ed avendo personalità diverse le scelte potrebbero non coincidere, per cui via con colori neutri che non stancano, per tutto quello che è volume e predominante. Quindi sconsiglio armadi particolarmente colorati o dai colori accesi, ma di inserire semmai questi colori solo in elementi piccoli e definiti in uno spazio dell'uno e dell'altro figlio, che so un letto con la testata rosso e l'altro verde mela, e di conseguenza il resto. Così ognuno di loro potrà personalizzare solo quelli che non rientrano negli spazi "comuni". Il che mi sembra un buon compromesso.
Insomma, la regola è sempre la stessa: farsi consigliare e rivolgersi a dei professionisti. E lasciare tantissimo sfogo e spazio alla fantasia.

Immagini reperibili sul sito camerette.net

lunedì 16 luglio 2012

SFRUTTARE LE ALTEZZE.

A chi non piacciono le case dai soffitti alti?
Con quell'aria un pò retrò e così ampia da stemperare eventualmente una dimensione non troppo elevata della casa.
L'inconveniente più comune quando si hanno case con questa particolarità è il riscaldamento. Considerato che il caldo va verso l'alto, nella zona più utilizzata della casa (quella bassa appunto) il riscaldamento deve pompare più forte per mantenere la giusta temperatura. Questo comporta un aumento della spesa economica.
L'unico modo che ci permette di moderare l'inconveniente è creare un soppalco, ossia un ulteriore piano per poter sfruttare l'altezza della casa.
Le possibilità sono 2, e variano a seconda dell'effettiva altezza dei locali.
Se questi superano i 4 mt. si può intervenire con soppalchi strutturati in muratura, legno o acciaio, creando delle vere e proprie ulteriori stanze che ci permettono di stare comodamente in piedi e sfruttarlo a pieno. Idealmente queste "stanze fluttuanti" è bene che affaccino sul locale sottostante che in genere per privacy è la zona giorno, con una balconata che guarda sotto. Questo perchè, o abbiamo possibilità di creare finestrelle anche nella parte superiore, oppure questo locale sarebbe privo di luce naturale nonchè sarebbe assolutamente non a norma. Inoltre questo dà un forte impatto scenico sul living.
Per alleggerire ulteriormente l'ambiente il bello prevedere una struttura portante in acciaio, che a seconda dell'impronta estetica che avrà la casa potrebbe essere brunito o satinato, o laccato bianco, con un reticolato che fa poi da sostegno al pavimento. La pavimentazione potrebbe essere composta da lastre di vetro trasparente o se si vuole tenere meno visibile una zona, anche in vetro satinato. Certo, è un'idea che si presta bene per ambienti moderni, in ambienti invece più classici o rustici potrebbe avere una strutture in legno in tema con il resto della casa. L'importante è scegliere elementi leggeri, che giocano sulle trasparenze, per non rischiare di abbassare il soffitto avendo la sensazione che ci caschi addosso e perdendo la bellezza di un alto soffitto.
Se invece la casa ha un soffitto alto, si, ma non esagerato, ed è per cui sui 3 mt. circa, l'unico modo che abbiamo per recuperare un locale in altezza è utilizzare dei mobili predisposti. Inutile sottolineare che l'altezza sotto il soppalco deve permetterci di poter stare in piedi sfruttando lo spazio utile, per cui bisognerà avere almeno cm. 180 (almeno!). Sopra di esso bisognerà prevedere elementi che non prevedono lo stare in piedi, per cui sarà bene inserirci il letto. Le strutture in questione nascono proprio per sopperire a questa esigenza, sono quindi strutture che vedono la presenza di un letto, con scala annessa. Sono strutture che non richiedono interventi di muratura, ma sono sufficientemente solide e appositamente studiate per autosostenersi.


giovedì 12 luglio 2012

FACEBOOK

SEGUITEMI SU FACEBOOK E DIVENTATE FAN DI LA CASA DI ROSSO PAPAVERO!

https://www.facebook.com/LaCasaDiRossoPapavero

E se avete bisogno di consigli, non vi resta che chiedere!!

mercoledì 11 luglio 2012

EN PLEIN AIR

Estate, aria aperta, e necessaria voglia di libertà. Non si può certo pensare di continuare a mangiare in cucina o in sala da pranzo come tutti i normali giorni dell'anno! Se si ha uno sbocco esterno bisogna necessariamente approfittarne e godersi la sensazione che solo una cena all'aperto può regalare. Questo vuol dire che anche l'occhio e i nostri commensali vorranno avere un ambiente all'altezza. Per rendere esemplare e gioiosi terrazzi e giardini non basta ovviamente curarli nella struttura ma anche nell'arredo, nella scelta dei colori e dei materiali che dovranno essere leggeri, facilmente mobili e spostabili, adatti all'esterno e quindi in grado di sopportare piogge improvvise senza perdere il loro splendore.
Aziende come Ethimo propongono una serie di situazioni molto piacevoli per le nostre cene en plein air.
Sedie dai colori tipicamente estivi e dalle linee dehor degne dei bar francesi, in metallo molto leggere per essere spostate da un punto ad un altro. Strutture delicate e leggere accompagnate da sedute imbottite con rivestimenti che riprendono i colori del mare o dell'erba.
Altre aziende propongono invece sedie "di pizzo", ossia in metallo traforato dai disegni a petali o fiore le quali potrebbero essere ben abbinate a tavoloni in teak. L'importante è osare con il colore, rendere vivo il nostro esterno, utilizzare poi tovaglie molto neutre in lino o cotone leggero e imbandendo tavola con piatti che richiamano la stagione, come quelli di Royal Copenhagen con fiori disegnati, dalle linee pulite e morbide.
Tutto può aiutarci a rendere splendida la nostra tavola, dei piccoli vasi trasparenti con un fiore ciascuno a segnaposto dei commensali o un grosso bouquet di fiori a centro tavola.
Possiamo sbizzarrire la nostra fantasia approfittando di una stagione che ci dà davvero un infinità di spunti per creare situazioni sensazionali!

Collezione Ethimo; Royal Copenhagen; Sedie metallo a trama fitta tratte da ArredaClick.

lunedì 9 luglio 2012

LIBERA INSTALLAZIONE anche da esterni.

Una volta la composizione delle cucine non era esattamente quella delle attuali. Oggi ci vantiamo di materiali innovativi e non riusciamo neppure ad immaginare dei piani in cui si vedano le giunte, o elementi diversi l'uno dall'altro.
Se però penso alla cucina di mia nonna (che tra l'altro lei possiede ancora) non è esattamente così.
Una volta, non saprei dire bene per quale motivo, le cucine erano fatte a blocchi. Il blocco della cottura, il blocco del lavello e poi il resto, una credenza per i piatti, un frigorifero e basta.

Certo, le esigenze erano ben diverse. Niente lavastoviglie, niente microonde, niente elettrodomestici di ogni genere per tagliare, tritare, sminuzzare, impastare, etc... nonna impastava il pane su di un asse di legno, ed andava bene così.
Però, questi elementi di LIBERA INSTALLAZIONE ci sono ancora. Racchiudono le più grandi tecnologie del momento, l'innovazione, l'estetica moderna o più tradizionale a seconda delle scelte, le alternative sono diverse e nulla hanno da togliere alle cucine cui siamo abituati oggi.
Aziende come la Ilve, sono specializzate in blocchi cottura dal forte sapore tradizionale e ancor più forte tecnologia e qualità. Nate dapprima come cucine per la ristorazione offrono blocchi cottura che partono dalla larghezza di 60 cm fino anche a 120, con uno o due forni tradizionali, o un forno da 90 cm. Piastre elettriche o a gas, o entrambe. Alcuni blocchi sono anche già compresi di cappa professionale, completamente in acciaio dalla forte aspirazione, con schienali completamente in acciaio. Il concetto è accontentare ed assicurare il meglio anche ai palati più esigenti e a i migliori gourmet. Con solidità dei materiali e ricercatezza degli elementi tecnologicamente all'avanguardia.
E' proprio questo il punto forte, l'acciaio. Igenico e indistruttibile e ultra moderno, smaltato assume un aspetto più classico adattabile anche alle cucine dall'impronta estetica tradizionale.
L'Alpes, con lo stesso concetto ha studiato blocchi perfetti per essere anche inseriti in esterni, oggi che possiamo sfruttare giardini e terrazzi con cene e grigliate, uno di questi blocchi è un grande sostegno. Provvisti oltre che di piano cottura, anche di lavello e vari contenitori (tra cui cestoni portarifiuti), possono essere completamente in acciaio o in Corian o legno. Certo, molto più costosi della griglia comprata al Leroy Merlin ma anche decisamente più pratici, niente ruggine, e provvisti di ogni comodità perchè vere e proprie cucine. In alcuni casi anche compresi di vano lavastoviglie. Volete mettere il piacere di una grigliata in terrazza con tutte queste comodità?? Si può anche scegliere di ottimizzare gli spazi inserendo in questi blocchi anche piani cottura ribaltabili (l'Alpes è famosissima per questa sua "invenzione") per ottenere quando serve un ulteriore piano di lavoro, e ovviamente è una soluzione molto pratica e comoda non solo da esterni.

Ilve; Alpes. In ordine diverso.



venerdì 6 luglio 2012

BIOPISCINA. UN IMMERSIONE NELLA NATURA.

Appena ho visto un piccolo trafiletto su di una rivista ho pensato che un idea così diversa, pensando ad una piscina, andasse per forza proposta. Perchè non parliamo di una piscina tradizionale con la pavimentazione in piastrelle, con tutto intorno una condizione sterile ed anonima. Non parliamo di cloro. Non parliamo di agenti chimici. Ma parliamo di natura, di ecosistemi acquatici, di vegetazione acquatica, di filtrazione naturale dell'acqua. E' un'alternativa bio-sostenibile alle piscine tradizionali che aiuta e sostiene la salvaguardia di piccole specie animali caratteristici degli ambienti così naturali. E dà quella naturale e vera sensazione di freschezza che cerchiamo andando al lago.

Ma se non amate la natura questo post NON fà per voi.

Il testo che leggerete mi è stato fornito direttamente da Piscina&Natura, (come tutte le immagini che potrete ammirare). Si ringrazia quindi l'ufficio stampa che ha reso possibile la realizzazione di questo post con estrema professionalità e che bene rende l'idea del progetto.


"Non è possibile parlare di biopiscine senza parlare dell’acqua e del ruolo che essa svolge sia nei contesti naturali che in quelli antropizzati.L’acqua, infatti, costituisce un elemento naturale che accompagna e consente la vita: è un elemento coreografico e architettonico presente sia in natura che nei luoghi in cui l’azione dell’uomo è molto evidente. (...) mentre le piscine “tradizionali” hanno come scopo prevalente la balneazione, le biopiscine hanno per certi versi la balneazione come elemento secondario in quanto la funzione principale dell’acqua è quella di essere elemento di forte attrazione estetica. (...)
Quando parliamo di biopiscina, o di piscina naturale, ci riferiamo ad un ecosistema acquatico tecnicamente supportato in cui sono presenti reti alimentari semplificate. (...) Nella biopiscina si sviluppa spontaneamente e in breve tempo una comunità micro e macrobiologica, composta da batteri, protozoi, zooplancton, artropodi, anfibi, fitoplancton, alghe e piante acquatiche, che le conferisce un aspetto naturale e svolge un ruolo essenziale nella depurazione dell’acqua.
La ‘rigenerazione’ dell’acqua,(...)è infatti resa possibile dall’abbinamento di processi di degradazione della sostanza organica operati dai batteri e dalla fitodepurazione svolta da alghe e piante acquatiche, processi che in natura avvengono nei corsi d’acqua e nei laghi. Questi hanno un ruolo molto importante anche nel contrastare la presenza di batteri patogeni, garantendo la balneabilità. Queste caratteristiche determinano la grande differenza gestionale rispetto alle piscine tradizionali. In entrambe si persegue l’obiettivo prioritario di garantire condizioni igieniche ottimali alla balneazione, tuttavia, mentre nelle piscine ‘tradizionali’ si ricorre prevalentemente a prodotti chimici di diverso tipo per creare un ambiente il più possibile sterile, nelle piscine naturali si persegue lo sviluppo di un ambiente biologicamente ‘vivo’ ed equilibrato. Ciò consente di evitare l’introduzione di prodotti chimici a scopo igienizzante e di ridurre all’indispensabile l’eventuale apporto di prodotti biologici utili per potenziare la biodepurazione.
I grandi vantaggi offerti da questo tipo di piscine sono:
      - la piacevole sensazione di essere letteralmente immersi nella natura durante la balneazione;
      -la totale assenza di prodotti chimici igienizzanti quali cloro, etc. ... le quali possono creare allergie ai bagnanti (in particolare ai bambini);
      - l’ottimo inserimento nel contesto ambientale, tanto che in molti casi è possibile realizzarle anche in zone soggette a vincolo ambientale;
     -l’aspetto estetico estremamente gradevole durante tutto l’anno . Durante la stagione invernale, le biopiscine non vanno né coperte con antiestetici teli né svuotate;
     -il ridottissimo impatto ambientale rispetto ad una piscina tradizionale, determinato dai minori consumi elettrici richiesti e dall’assenza di utilizzo di qualsiasi sostanza chimica;
     -il prolungamento della stagione di balneazione poiché l’acqua, in primavera, tende a scaldarsi più velocemente rispetto a quella delle piscine tradizionali ed a raffreddarsi più lentamente in tarda estate.
La piscina naturale è un ecosistema dinamico in quanto ogni stagione si caratterizza per particolari colori e fioriture. (...) È una piscina da guardare, gustare, meditare.è come un paesaggio che muta costantemente sotto i nostri occhi: l’arrivo di una libellula, un gruppo di gerridi che pattinano sull’acqua, una rondine che plana per catturare un insetto, le piante che mutano i colori con il passare delle ore del giorno, le ninfee che si aprono al mattino e si chiudono nel pomeriggio per poi riaprirsi il giorno successivo a volte con un diverso colore."
Credo che questo riassuma bene quella che è la filosofia dell'azienda e di chi a sua volta sceglie questo tipo di piscine, già solo il fatto di non dover ricorrere a manutenzioni che prevedano la copertura in inverno di una piscina e quindi di poter gustare il paesaggio nelle sue variazioni più intime può dare l'idea di vivere da un'altra parete. Uno scorcio di natura anche in città.
E' possibile visitare e "testare" una biopiscina direttamente nell'area espositiva dell'azienda, a Bergamo (per questo ho parlato di scorcio di natura in città!), per maggiori informazioni visitate il sito http://www.piscinenatura.it/ . E godetevi il momento.


lunedì 2 luglio 2012

CALMA E GESSO.

E oserei dire anche: Sangue freddo.
Perchè mi si gela un pò il sangue quando propongo ai clienti che stanno arredando una casa già finita, di fare quest'intervento. Il controsoffitto, l'abbassamento. Questo significa una quantità industriale di polvere. Ma dopo, bhè dopo, la casa avrà un altro aspetto.
Il risultato estetico di questo elemento, se fatto da un professionista, può essere davvero molto scenografico.
La funzione estetica è infatti strepitosa, potremmo fare un controsoffitto assolutamente lineare utile per incassare delle luci, una luce indiretta led che proietta un fascio luminoso lungo la parete o traccia un percorso.
Potremmo utilizzarlo per incassare dei faretti o potremmo disegnarlo, dalle forme armoniose sempre accentuate da luci o trasformare il soffitto di casa nel soffitto di una casa anni '30, con decori tipici dell'epoca che danno un gusto classico e molto elegante. Potremmo dare altezze e forme che cambierebbero la nostra casa.
Se poi decidessimo di inserire un camino nel nostro soggiorno, potremmo lavorare attorno ad esso con un cartongesso ignifugo, per coprire innanzitutto la canna fumaria e per dargli l'aspetto di un camino incassato senza dover ricorrere ad abbattimenti di muri o ristrutturazioni vere e proprie.Si possono creare delle quinte che dividono degli ambienti, volumi che movimentano la casa e creano giochi di luci e ombre.
Per non parlare della comodità in cucina: un abbassamento ci consente di nascondere completamente l'anti estetico tubo della cappa o dello scaldabagno senza rinunciare all'estetica. Oppure potremmo incassarci completamente la cappa.
Ci permette di creare un isolamento termico alle pareti, di ricavare e costruire nicchie.
Superato lo shock di trovare pavimenti imbiancati di polvere l'attenzione sarà poi rivolta verso l'alto!